Alda Merini, Davide Rondoni, Clemente Rebora, Angelo
Scandurra. Sono i quattro autori scelti come protagonisti di “Poesia
InChiostro”, la mini rassegna di incontri sulla lirica contemporanea nata
proprio tra i chiostri del Monastero dei Benedettini dall’iniziativa di un
gruppo di universitari appartenenti all’associazione studentesca La Traccia , un’iniziativa rivolta
non a cultori od “esperti” di poesia, ma a tutti coloro che condividono una
passione o semplicemente vorrebbero capirne di più. Alcuni di loro ci hanno
raccontato che cosa li ha spinti a realizzare quest’evento: «Tutto è nato – racconta Pietro – dall’incontro
a lezione con alcuni professori; veri maestri appassionati della loro materia al
punto tale da suscitare in noi studenti il desiderio di approfondire il
rapporto con loro e con le cose che insegnavano, un rapporto dunque che non
fosse circoscritto appena alla frequenza del corso o agli esami». «Accostarsi
al testo poetico così com’è, senza dover prima leggere pagine di critica o
saggi sulla poesia, – ha aggiunto Chiara – è stato il punto di partenza del
nostro lavoro: interrogare il testo lasciandoci interrogare da esso». Questo è
anche il motivo per cui, di comune accordo con i docenti, i ragazzi hanno
scelto proprio questi quattro poeti contemporanei perché «di fatto è più
semplice per noi interloquire, entrare in rapporto, con una parola detta oggi
piuttosto che secoli fa». La scelta di affrontare testi poetici però potrebbe
sembrare ardita, forse perfino temeraria, perché la poesia è di solito il genere
meno letto e ritenuto dalla maggior parte degli studenti assai ostico perché il
suo linguaggio è meno immediato rispetto ad un testo di prosa. «Il linguaggio
poetico è in effetti un po’ più complesso – ammette Caterina – però anche grazie
all’aiuto dei professori sono stata aiutata a capire che un testo poetico a
volte può leggere meglio, mettendoli a fuoco, aspetti della mia vita, che la
vita non basta a se stessa e non si risolve da sola e la poesia in fondo può
far emergere un po’ di più qualcosa di noi». A “Poesia Inchiostro” hanno
aderito sin da subito anche i professori: «Si sono coinvolti immediatamente e
senza riserve – racconta Felice –, desiderosi di condividere insieme a noi
studenti la loro passione e aiutandoci inoltre con tutti i mezzi possibili
affinché questo ciclo di incontri si potesse realizzare nella forma
“dialogante” a cui avevamo pensato noi sin dall’inizio». E fare l’università
così diventa davvero un’avventura entusiasmante.
Pubblicato su La Sicilia lunedì 8 Aprile 2013
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