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mercoledì 18 gennaio 2012

Dopo Gutenberg, l'e-book. Attese e problemi

Se l’e-book sia il futuro del libro forse è ancora troppo presto per dirlo. Non tutti infatti sono disposti a rinunciare al buon vecchio libro di carta, al crepitio delle pagine mentre vengono sfogliate, all’odore pungente della carta fresca di stampa od a quello un po’ mucido e stantio della carta antica, a favore di un dispositivo elettronico, sofisticatissimo, ma forse troppo asettico ed “anaffettivo”. La questione tuttavia non pone un dilemma solo alla moltitudine dei lettori ma anche, e soprattutto, alle case editrici che con questa nuova tecnologia devono necessariamente fare i conti. Nel Sud Italia, che registra gli indici di lettura più bassi d’Europa, un giovane editore calabrese, Giuseppe Meligrana, ha deciso di raccogliere la sfida dell’e-book e di investire cospicuamente in un settore che molti suoi colleghi considerano ancora “non incoraggiante”. «La difficoltà maggiore che ho incontrato – racconta – è legata alla scarsa diffusione qui da noi dei dispositivi elettronici che permettono la lettura dell’e-book, i cosiddetti e-reader, ed anche una titubanza, se non una aperta diffidenza, verso l’acquisto del libro digitale. Io però sono convinto che, dopo qualche anno di coesistenza, l’e-book soppianterà definitivamente il libro cartaceo che diventerà un prodotto di nicchia soprattutto a causa degli alti costi di realizzazione. Gli esperti fissano al 2018 la data in cui si completerà il passaggio dal cartaceo al digitale: credo invece che ciò accadrà due o tre anni prima. La diffusione degli e-book – prosegue – rappresenta un’occasione imperdibile per il Mezzogiorno perché anche una piccola casa editrice “periferica” grazie al supporto digitale ed al web può mantenere i contatti con un autore, magari di una certa caratura, che risiede a centinaia di chilometri di distanza. Non solo, i libri elettronici acquistati sul web potrebbero favorire un innalzamento dell’indice di lettura invertendo così il trend negativo che caratterizza le nostre zone, perché annullerebbero di fatto le differenze fra Nord e Sud rendendo ugualmente accessibile un medesimo prodotto editoriale tanto ad un lettore del Trentino, quanto ad uno della Sicilia». Paolo Falzea, editore di Reggio Calabria, nonostante ammetta che quella dell’e-book è «una rivoluzione inarrestabile che sarebbe folle non prendere in considerazione» e che «i costi di produzione si abbatterebbero anche dell’80%», sottolinea che ci sono alcuni aspetti tecnico-normativi da definire il primo dei quali riguarda il “self-publishing”e cioè la pratica secondo la quale l’autore, saltando a piè pari la casa editrice, promuove e vende la sua opera in digitale su un sito creato da lui stesso. «Inoltre – dice – non rinuncerei mai al piacere di addormentarmi lasciando scivolare sul pavimento il libro che sto leggendo. Ma con in mano un e-reader da 400 euro, come mai potrei fare?»


Pubblicato su La Sicilia sabato 26 novembre 2011