Pubblicato su La Sicilia sabato 26 novembre 2011
mercoledì 18 gennaio 2012
Dopo Gutenberg, l'e-book. Attese e problemi
Se l’e-book sia il futuro del
libro forse è ancora troppo presto per dirlo. Non tutti infatti sono disposti a
rinunciare al buon vecchio libro di carta, al crepitio delle pagine mentre
vengono sfogliate, all’odore pungente della carta fresca di stampa od a quello
un po’ mucido e stantio della carta antica, a favore di un dispositivo
elettronico, sofisticatissimo, ma forse troppo asettico ed “anaffettivo”. La
questione tuttavia non pone un dilemma solo alla moltitudine dei lettori ma
anche, e soprattutto, alle case editrici che con questa nuova tecnologia devono
necessariamente fare i conti. Nel Sud Italia, che registra gli indici di
lettura più bassi d’Europa, un giovane editore calabrese, Giuseppe Meligrana, ha
deciso di raccogliere la sfida dell’e-book e di investire cospicuamente in un
settore che molti suoi colleghi considerano ancora “non incoraggiante”. «La
difficoltà maggiore che ho incontrato – racconta – è legata alla scarsa
diffusione qui da noi dei dispositivi elettronici che permettono la lettura dell’e-book,
i cosiddetti e-reader, ed anche una titubanza, se non una aperta diffidenza,
verso l’acquisto del libro digitale. Io però sono convinto che, dopo qualche
anno di coesistenza, l’e-book soppianterà definitivamente il libro cartaceo che
diventerà un prodotto di nicchia soprattutto a causa degli alti costi di
realizzazione. Gli esperti fissano al 2018 la data in cui si completerà il passaggio
dal cartaceo al digitale: credo invece che ciò accadrà due o tre anni prima. La
diffusione degli e-book – prosegue – rappresenta un’occasione imperdibile per
il Mezzogiorno perché anche una piccola casa editrice “periferica” grazie al
supporto digitale ed al web può mantenere i contatti con un autore, magari di
una certa caratura, che risiede a centinaia di chilometri di distanza. Non
solo, i libri elettronici acquistati sul web potrebbero favorire un
innalzamento dell’indice di lettura invertendo così il trend negativo che
caratterizza le nostre zone, perché annullerebbero di fatto le differenze fra
Nord e Sud rendendo ugualmente accessibile un medesimo prodotto editoriale
tanto ad un lettore del Trentino, quanto ad uno della Sicilia». Paolo Falzea,
editore di Reggio Calabria, nonostante ammetta che quella dell’e-book è «una
rivoluzione inarrestabile che sarebbe folle non prendere in considerazione» e
che «i costi di produzione si abbatterebbero anche dell’80%», sottolinea che ci
sono alcuni aspetti tecnico-normativi da definire il primo dei quali riguarda
il “self-publishing”e cioè la pratica secondo la quale l’autore, saltando a piè
pari la casa editrice, promuove e vende la sua opera in digitale su un sito
creato da lui stesso. «Inoltre – dice – non rinuncerei mai al piacere di
addormentarmi lasciando scivolare sul pavimento il libro che sto leggendo. Ma
con in mano un e-reader da 400 euro, come mai potrei fare?»
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