I
bambini non sono cose che possono diventare oggetto di compravendita,
l'essere maschio o femmina non è uno stereotipo culturale ma una
realtà (anche) biologicamente iscritta in noi stessi fin dai primi
momenti del concepimento, affermare la diversità non è
discriminazione ma pone le basi della convivenza reciproca, la
famiglia, che è il motore e l'ancora di salvezza dell'Italia, oggi è
bistrattata e relegata in un angolo dalla politica, il vero progresso
è permettere alle lavoratrici di essere madri e non il contrario.
Questo un po' il nocciolo di un convegno sulla famiglia svoltosi a
Milano all'auditorium Testori nella sede della regione Lombardia. Un
convegno, questo sulla famiglia, bollato dai grossi media sin da
subito come convegno anti-gay nel quale sarebbero state sostenute
tesi “omofobe ed oscurantiste” secondo cui gli omosessuali
andrebbero curati perché malati. A nulla sono valse nei giorni
scorsi le proteste e le dichiarazioni pubbliche dei relatori i quali
hanno più volte ribadito di non aver mai affermato nulla del genere
e che il loro unico interesse era di parlare della famiglia. La
famiglia che, come ha ricordato il sociologo Massimo Introvigne, uno
dei relatori, è «il
motore del mondo e della storia. L'Italia – ha proseguito
Introvigne – tiene grazie alla famiglia: al circolo vizioso del
debito pubblico si contrappone il circolo virtuoso del credito
privato. L'oro del XXI secolo non è né il petrolio, né il metallo
giallo ma la famiglia».
Mario Adinolfi, renziano della prima ora, fondatore del PD e
direttore del quotidiano La Croce, ha denunciato gli effetti nefasti
della “neolingua” attraverso la quale, non accettando più il
fatto che ogni essere umano ha dei limiti che la natura stessa gli
impone, si vuol far passare come cosa normale e legittima la
“stepchild adoption”, secondo cui un bambino e una donna possono
diventare cose, oggetti di vero e proprio commercio da parte di una
coppia omosessuale e non. «Una
norma – ha detto Adinolfi – come quella che adesso è in
discussione al Senato, che consenta di avere il “paramatrimonio”
e dunque la stepchild adoption, un vero e proprio meccanismo di
compravendita di un bambino per me è inaccettabile».
Ed ha ribadito che le persone non sono cose e che i bambini, che sono
i soggetti più deboli, hanno diritto ad avere una mamma e un papà.
«È un'affermazione
banale questa – ha concluso Adinolfi – eppure siamo qui a doverla
ribadire e a doverci difendere!».
Costanza Miriano, giornalista e scrittrice ha rivendicato
orgogliosamente di essere sessista nel senso, ha spiegato, «che le differenze sono
una ricchezza e non un limite e che siamo cresciuti con
un'idea distorta rispetto a quella che è la realtà. È falsa
infatti la visione secondo cui la donna per realizzarsi deve fare
carriera e poi dopo pensare alla maternità. Occorrerebbe invece
permettere alle lavoratrici di poter essere madri anche se oggi
purtroppo le famiglie
non sono aiutate in nessun modo, anzi sembra che lo Stato oggi tuteli
maggiormente le convivenze».
All'esterno intanto, in un clima
surreale, decine e decine di poliziotti e carabinieri in assetto
antisommossa presidiavano la zona per evitare disordini e incidenti.
Ritornano alla mente le celeberrime parole del grande scrittore
inglese Gilbert Keith Chesterton quando più di cento anni fa
scriveva che «fuochi verranno attizzati per dimostrare che
due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che
le foglie sono verdi in estate».
Pubblicato su La Sicilia lunedì 19 Gennaio 2015