«Tu sei la cosa più importante dell’universo». La ricetta
per sconfiggere lo scoraggiamento e la disillusione che, stando all’ultimo
rapporto Ocse, affligge circa l’11% (14% a Catania) dei giovani disoccupati,
secondo Cristiana Poggio, vice presidente della Fondazione Piazza dei Mestieri,
passa attraverso queste poche, semplici parole. La “Piazza dei Mestieri”, nata
a Torino nel 2003 e da qualche anno operante a Catania, si propone come mission di favorire la crescita dei giovani in tutte
le dimensioni della vita e di avviarli verso il mondo del lavoro recuperando
mestieri tradizionali.
Quali sono secondo
lei gli elementi di criticità per i quali un giovane trova difficoltà ad
inserirsi nel mondo del lavoro?
«C’è una mancanza di coesione tra le diverse politiche
rivolte ai giovani, manca una politica forte che miri all’accoglienza dei
giovani, i giovani si sentono trascurati, quasi un vuoto a perdere, mancano
strumenti flessibili, ma soprattutto mancano gli adulti».
Si spieghi meglio.
«Occorrono degli adulti (imprenditori, docenti) che
accolgano i giovani e facciano capire loro che sono importanti. La dico in
maniera semplice ma il cuore del problema è proprio questo. E’ necessario un
sistema di accoglienza del giovane finalizzato all’orientamento, all’individuazione
cioè sia delle attitudini peculiari di ognuno sia delle necessità dell’azienda.
I percorsi formativi poi devono essere personalizzati e flessibili, perché non
tutti i ragazzi imparano nello stesso modo».
Qual è la strategia
vincente secondo la sua esperienza?
«Bisogna riconsiderare l’idea che i giovani debbano poter
svolgere attività manuali, mentre troppo spesso la scuola, la formazione
accademica, vengono considerate le uniche possibilità attraverso cui passa la
riuscita professionale. Inoltre ci sono tanti
imprenditori che sarebbero disposti a scommettere sui giovani. Purtroppo però
capita spesso che questi imprenditori siano rimasti “scottati” da pregresse
esperienze negative e non sono più disposti ad assumere questo rischio».
Lei sostiene che
sollecitare la responsabilità dei ragazzi è fondamentale. In che senso?
«I giovani devono essere consapevoli, devono poter giocare
la loro responsabilità. Se noi adulti continuiamo a dire ai giovani non c’è
speranza cos’altro potrebbero fare? Ai miei ragazzi invece io dico sempre: “Tu
sei la cosa più importante del mondo”!»
E funziona?
«Assolutamente sì! Negli anni mi sono accorta che se ad un
ragazzo viene affidato un compito, gli si mostra come fare e lo si valorizza il
risultato è garantito. Così accade a Torino e così l’ho visto accadere a
Catania».
Pubblicato su La Sicilia sabato 1 Giugno 2013